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Bracco

2002

 

Diana Bracco

Diana Bracco è laureata all'Università di Pavia, dove nel 2001 riceve anche la Laurea Honoris Causa in Farmacia.
Direttore Generale di Bracco S.p.a. dal 1977, dal 1999 ne è Presidente e Amministratore Delegato.
Il Gruppo guidato da Diana Bracco ha oggi una posizione di assoluta leadership nel campo dell'imaging diagnostico ed è presente, attraverso Società e joint-ventures, nei principali mercati mondiali: Europa, Stati Uniti, Giappone.
Tre Centri di ricerca, a Milano, a Ginevra, a Princeton, collaborazioni con prestigiose Università e Istituti di ricerca nazionali e internazionali costituiscono una rete di altissimo livello e testimoniano l'impegno del Gruppo Bracco in ricerca.
Il Gruppo dispone inoltre di impianti produttivi d'avanguardia, in Italia e all'estero, progettati e realizzati all'insegna della massima attenzione nei confronti dell'ambiente.
A lato degli incarichi nell'ambito del Gruppo, Diana Bracco partecipa attivamente alla vita associativa nei settori che interessano l'Azienda: è stata Vicepresidente di Federchimica - la Federazione dell'Industria Chimica Italiana -ed è Presidente del Programma Responsible Care, lanciato da Federchimica per promuovere la partecipazione attiva dell'industria chimica alla tutela dell'ambiente per uno sviluppo sostenibile.
Agli impegni professionali Diana Bracco affianca inoltre una intensa partecipazione alla vita sociale e culturale di Milano, sostenendo varie iniziative e ricoprendo incarichi di vertice in Associazioni non-profit.
È stata, tra l'altro, Presidente di Sodalitas, Associazione per lo sviluppo dell'imprenditoria nel sociale, costituita da Assolombarda per dare sostegno alle associazioni di volontariato.,e fa parte del Board di CSR - Corporate Sociale Responsability Europe.

E Consigliere incaricato di Confindustria per l'innovazione e lo Sviluppo Tecnologico.
È Consigliere di Amministrazione della Deutsche Bank S.p.a. e di Assonime.
È Presidente di Confarma.
È Amministratore Delegato del Centro Diagnostico Italiano.
È Consigliere di Amministrazione di Techosp S.p.a.

Grande amante dell'arte e della musica in particolare, da anni sostiene importanti iniziative in campo musicale (associazione Serate Musicali, concerti alla Scala, e in varie città italiane, mostra Verdi per il centenario della morte del compositore, Concorso Internazionale per Cantanti Lirici "Città di Alcamo", i Concerti di Capri), elargisce borse di studio a giovani musicisti e per sette anni ha pubblicato una collana di volumi di argomento musicale.
Nel campo delle arti figurative ha reso possibile la realizzazione di alcune mostre finalizzate alla rivalutazione di artisti misconosciuti e il recupero di importanti complessi artistici e ambientali (Palazzo Borromeo Arese di Cesano Maderno, Circolo della Stampa e Giardini della Guastalla a Milano).
Nel 1999 ha creato, in collaborazione con l'Associazione Italia Nostra, il Progetto Fontanevive per il restauro di fontane storiche in quattro città italiane: Genova nel 1999, Napoli nel 2000, Roma nel 2001 e Palermo nel 2002.
Nel capoluogo siciliano, specificatamente il restauro della Fontana di Villa Trabia e di una parte degli arredi del parco.

Redatto a cura di Cetty Gentile Amenta Responsabile relazioni esterne dell'Associazion

Motivazioni del Premio

L'amore per la musica classica di Diana Bracco, Presidente e Amministratore Delegato dell'omonimo Gruppo, risale all'infanzia, quando venne in contatto con il mondo della Lirica dai palchi della Scala, e da allora non è mai venuto meno.
Amante dell'Opera, soprattutto quella del repertorio italiano e di Verdi in particolare, da quando presiede il Gruppo che porta il suo nome ha sempre contribuito alla diffusione della musica classica, sostenendo per oltre 10 anni l'Associazione Serate Musicali di Milano, organizzando memorabili concerti al Teatro alla Scala di Milano, all'Accademia di Santa Cecilia di Roma e in altre città italiane, tra cui è da ricordare il debutto dell'Orchestra Filarmonica della Scala a Palermo, sotto la direzione di Riccardo Muti, l'11 dicembre 1995.
Grande disponibilità e sensibilità ha sempre dimostrato per i giovani musicisti, elargendo borse di studio e promuovendo rassegne particolari ad essi dedicate e concorsi, non da ultimo il Concorso Internazionale per Cantanti Lirici "Città di Alcamo", tramite il Premio Speciale della Critica "Bracco".
Verdiana appassionata, ha voluto essere madrina della grande mostra dedicata da Milano a Giuseppe Verdi nel 2001 in occasione del centenario della morte del compositore.

Redatto a cura di Cetty Gentile Amenta

Tebaldi
2002

Renata Tebaldi

Renata Tebaldi è marchigiana, terra che può vantarsi di aver dato i natali a molti tra i più celebri ed acclamati Artisti dell'intera Storia dell'Interpretazione lirica. Nasce a Pesare il 19 febbraio del 1922, ma crebbe a Langhirano con la mamma e la famiglia di questa, dopo la separazione dei genitori avvenuta quando la piccola Renata era ancora in fasce. Con la mamma ebbe sempre uno strettissimo attaccamento ed una vicinanza costante - sembravano inseparabili - che solo la morte della Signora Giuseppina nel 1957 potè interrompere. Dopo la scuola, la Tebaldi proseguì gli studi di pianoforte e per caso la sua insegnante si accorse di quanto fosse dotata nel canto. Ammessa (con un anno di anticipo sull'età minima richiesta) al corso di canto al Conservatorio di Parma, frequentò la classe di Ettore Campogalliani, Maestro rinomato già allora. Lasciata l'applicazione al pianoforte, studiò con Carmen Melis, celebre soprano cagliaritana, di cui fu allieva prediletta e poi cara amica. La Melis insegnava a Pesare, così che la giovane Tebaldi tornò nella sua città d'origine. Grazie ai preziosi consigli della maestra, riuscì a conquistare ben presto un'omogeneità vocale che, unita alla naturale facilità d'emissione, le consentì rapidamente di misurarsi nella professione. e
La sua voce venne giudicata subito di tale qualità per purezza e splendore, da entrare sin dagli esordi nel grande circuito. Debutta infatti a Rovigo il 23 maggio del 1944 quale Elena in un Mefistofele di Boito, che vedeva protagonista il celebre basso Tancredi Pasero.
Pochi mesi dopo è già al severissimo pubblico di Parma per debuttarvi con uno dei suoi ruoli/simbolo: Mimi della pucciniana Bohème, cui seguirono speditamente altri nuovi personaggi, chiamata dai più importanti Teatri. Due anni esatti dopo il debutto è infatti già a Milano per il concerto di inaugurazione della Scala la cui sala era stata ricostruita a tempo di record dopo i bombardamenti ed i guasti della guerra.

Quella serata, con Toscanini sul podio - a lui si deve la famosa definizione di "voce d'angelo" in merito alla Tebaldi -la consacrò definitivamente tra gli astri nascenti della Lirica, di cui divenne in breve stella di prima grandezza, affrontando con crescente successo e riconoscimenti di pubblico e critica molti ruoli sia del grande repertorio che meno conosciuti e frequentati. Voce verdiana e pucciniana per eccellenza, repertori di cui portò in scena moltissime eroine, seppe comunque spaziare da Boito a Mascagni, Wagner (sempre in italiano, perché non amò mai cambiare "l'imposto" della voce cantando in altre lingue), Refice, Rossini, Mozart, Spontini, Bach (Passione secondo San Matteo), Handel, Catalani, Giordano, Cilea, Ponchielli. Fu anche Tatiana in una memorabile edizione scaligera dell''Eugenio Oneghin di Cajkovskij nel 1954 con Di Stefano, protagonista un giovanissimo Bastianini. Altro ruolo di cui non si può non accennare e dal quale fu indiscussa regina per decenni è Desdemona del verdiano Otello (personaggio debuttato a Trieste agli inizi di carriera accanto al glorioso Francesco Merli nel ruolo di titolo). Anche in Sicilia cantò diverse volte. Fu a Catania, tra l'altro debuttandovi un personaggio che diventerà tra quelli da lei più frequentemente portati sulle scene: Violetta Valery della verdiana La traviata (memorabile l'emozione del suo "Amami Alfredo", sempre accompagnato da vere ovazioni), ma anche a Palermo dove resta indimenticabile il ricordo di una Tosca accanto allo Scarpia di Mariano Stabile ed una Forza del destino con Giuseppe Di Stefano, entrambe nel 1956.
Non facile l'impresa di descriverne a chi ha avuto la fortuna di ascoltarla e vederla "dal vivo", l'impressione vivissima che la Tebaldi suscitava sin dal suo ingresso in scena.

Dotata infatti di grande personalità e carisma artistico, si imponeva immediatamente all'attenzione del pubblico. Bellissima (a cominciare dalle splendide mani) con lunghi capelli corvini - solo nel '59, anno per lei particolarmente significativo, si lascerà persuadere a tagliarli e colorarli ramati - e due grandi occhi azzurri, luminosi ed espressivi, il volto incorniciato da due simpatiche "fossette" che ne illuminano il sorriso, di altezza notevole per una donna ma al contempo assai proporzionata nella figura. Come ha potuto constatare lo scorso febbraio chiunque abbia assisitito ad una popolare trasmissione televisiva che andava in onda nel pomeriggio, ancor oggi la Tebaldi è di una bellezza radiosa quasi che i segni del tempo non intendano intaccare una donna dal carattere così solare come lei. Serena come sempre, dando la sensazione di non scom-porsi nemmeno nei momenti di grande emozione, anche in quella occasione la Tebaldi - festeggiata per i suoi ottant'anni - non ha mancato nei ricordi narrati di confermarsi persona per un verso riservata e per altro dagli affetti profondi e duraturi. Ne è conferma ad esempio il fatto di essere andata in compagnia, oltre che dell'inseparabile bar-boncino, di Tina Viganò che, un po' "defilata" come sempre, la seguiva attentamente (sua fan sin dagli esordi, è la sua fedelissima "tata" da decenni divenuta ormai amica e insostituibile). Eppure questa dominatrice delle scene liriche mondiali si fa amare anche per le piccoli innocenti manie, divenute proverbiali, come la collezione di pupazzi portafortuna che la Tebaldi si portava dietro e di cui riempiva il camerino, tenero segno di quella semplicità che caratterizza quest'artista che, musicista nell'anima, seppe profondere nei suoi tanti personaggi quel buon gusto e quella sincerità che portava nel cuore. Chiuse la camera "in punta di piedi", con la discrezione che l'ha sempre caratterizzata, in occasione di un Concerto alla Scala dato per beneficienza verso i terremotati del Friuli, colpiti in quei giorni da una delle più grandi catastrofi ambientali e sociali che l'Italia ha conosciuto.

Era il 23 maggio del 1976. Lo stesso giorno del debutto assoluto a 32 anni di distanza, si chiudeva per Renata Tebaldi - con una serata in cui venne salutata da un'apoteosi di ovazioni - un sipario che nulla e nessuna l'avrebbe più persuasa a far rialzare per lei. Non avendo mai nascosto di essere profondamente religiosa e sentendo il peso della responsabilità del dono del canto fattole dal buon Dio, sua preoccupazione costante era infatti quella di non saper cogliere il momento giusto per uscire di scena con la voce ancora intatta. Ed allora, anche per rispetto del pubblico oltre che di se stessa, come d'altronde anche qualche altro grande artista lirico di quegli anni, preferì ritirarsi al culmine, facendosi così rimpiangere da tutta quella miriade di ammiratori che ha ripagato la gioia da lei donata con la sua voce, collocandola di diritto nel Mito.

Redatto a cura di Cetty Gentile Amenta Responsabile relazioni esterne dell 'Associazione

Motivazioni del Premio

Soprano di levatura storica ed artista tra le più significative in assoluto della Lirica del '900, Renata Tebaldi resta imprescindibile Interprete, di vero riferimento, per alcuni tra i più importanti ruoli sopranili del grande repertorio lirico, soprattutto italiano.
Tra le caratteristiche peculiari della sua voce timbricamente unica, devono annoverarsi la bellezza, la lucentezza, la sontuosità, l'omogeneità ed il calore, doti che le valsero la definizione di "Voce d'Angelo", nonché uno spiccato senso di felicità nel cantare, che sprigiona ben avvertibile dalla sua voce.
Per essere stata, nel mondo, ambasciatrice della Lirica italiana e per la gioia che ha saputo donare ai suoi innumerevoli estimatori grazie ad un canto di eccezionale purezza e magnificienza, le viene assegnato il Premio Internazionale "Vissi d'Arte - Città di Alcamo" 2002.

Redatto a cura di Cetty Gentile Amenta

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Da sinistra: Francesco Bambina - Presidente dell’Associazione
“Amici della Musica” di Alcamo e Diana Bracco - Imprenditrice


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Amici della Musica
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